
Progetto Editoriale
Un po' di storia
Su Siracusa e il suo territorio ci sono pagine indelebili che tutti possono leggere nei libri di storia, nei manuali di archeologia, nella saggistica e nella letteratura. siracusaculture.com ne riprende le tracce, le connette alla contemporaneità e le ripropone attraverso un racconto critico e liberamente selettivo.
Non siamo un portale istituzionale né un sito di informazione turistica e quindi non abbiamo il “dovere” della completezza. Raccontiamo il paesaggio, le persone che lo abitano e le cose importanti che accadono, a chi ama un turismo compatibile con la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale e dell’ambiente, la cultura agroalimentare e la sapienza artigianale. Un turismo di viaggiatori e di residenti.
La punta sud-orientale della Sicilia è da millenni terra del desiderio.
È stata una promessa di benessere, crescita e sviluppo per greci, romani, bizantini, arabi, normanni e spagnoli. Esuli di ogni tempo hanno qui trovato - e ancora trovano - accoglienza, naviganti hanno stabilito commerci, nobili hanno fondato città mentre altri davano nuovo impulso all’agricoltura, all’arte, all’urbanistica, alla socialità e alla cultura.
Qui è iniziata non solo la vicenda storica della Sicilia ma quella di tutto il bacino del Mediterraneo, ricercata, studiata, tutelata e consegnata a noi da grandi archeologi come Paolo Orsi, Luigi Bernabò Brea e Giuseppe Voza.
Le contrade-del-desiderio siracusane sono oggi un museo diffuso, un’esposizione open-air permanente, un ininterrotto racconto di straordinarie testimonianze storico-archeologiche che si alternano a panorami aspri e selvaggi o fanno da contraltare a una sconcertante mescolanza di stili architettonici e forme urbane.
Per questo motivo nel territorio siracusano insistono due siti iscritti nella World Heritage List dell’Unesco: quello di Siracusa e le Necropoli rupestri di Pantalica che riconosce insieme lo straordinario valore della città antica e delle oltre cinquemila tombe scavate nella roccia dell’altipiano ibleo e quello delle Città Tardo Barocche del Val di Noto di cui fanno parte Noto e Palazzolo Acreide.

Thapsos e l'industria Espesi
Pindaro definì Siracusa “la più grande delle città” e lo fu davvero, sia sotto i suoi tiranni del quinto secolo avanti Cristo sia quando fu capitale dell’impero d’oriente. Eppure, nel secolo scorso, il miraggio della modernizzazione e della ricchezza, non ha impedito di costruire alle sue porte le industrie che hanno accerchiato Thapsos, capitale della Sicilia nell’Età del bronzo, 1400 a.C..
Siracusa, da almeno cento anni, è una delle mete principali del turismo di conoscenza.
Da molto meno tempo è meta di turismo di svago, mentre per circa 50 anni è stata meta di un diverso “turismo”; quello della emigrazione per lavoro e del turismo industriale, negli anni dello sfruttamento intensivo e di rapina dell'acqua e del valore della posizione geografica, a metà strada tra i paesi produttori del petrolio e quelli consumatori dei prodotti di raffinazione.
Il viaggiatore di oggi, richiamato dal ricchissimo patrimonio di storia e cultura e da paesaggi naturali e antropizzati di straordinaria bellezza, si troverà spiazzato di fronte al paesaggio del petrolchimico tra Augusta e Siracusa e forse avrà la tentazione di rinchiudersi in itinerari meno traumatici o forse, quando scoprirà che accanto alle ciminiere c’è una straordinaria Riserva naturale, avrà voglia di guardare e comprendere la realtà che lo circonda.
Raccontiamo i monumenti ma anche le passioni degli artisti, dei musicisti, dei designer, il fascino dei negozi storici, gli oltre cento anni di spettacoli al Teatro greco. Raccontiamo l’anima delle città, le storie del volontariato e dei progetti sociali, l’impegno dei giovani che cercano il futuro e delle Associazioni che lavorano con i bambini e per l’accessibilità. Raccontiamo le terre del gusto, la cultura agroalimentare e quella enogastronomica, i produttori e i luoghi dedicati, ma non faremo una guida dei ristoranti.
