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La fontana di Villa Landolina

Archimede a Siracusa
Giugno 1, 2022

Photo © L. Attardo

La fontana di Villa Landolina

 
 
Siracusa è città d’acqua per l’abbondanza di sorgenti che ne costeggiano il litorale ma anche perché il suo centro storico sorge su un’isola al centro di due insenature naturali di affascinante bellezza. L’abbondante presenza d’acqua dolce del suo territorio è visibile sul lungomare di Ortigia dove la fonte Aretusa ci restituisce tangibilmente tale ricchezza valorizzata dal monumento circolare e dai rigogliosi papiri che vi crescono grazie alla presenza della sorgiva naturale. Il sottosuolo della città costituito dalla sovrapposizione di strati geologici che consentono alle acque sotterranee di scorrere al loro interno è da sempre il vantaggio del territorio siracusano che i coloni greci riconobbero quando scelsero di fondarvi Siracusa. Divenendo sempre più popolosa, la policentrica Pentapolis venne anche alimentata dalle acque del fiume Anapo attraverso la costruzione del monumentale acquedotto Galermi le cui acque sgorgano incessantemente sottoforma di cascata d’acqua nella Grotta del Ninfeo, sul colle Temenite, sul pianoro che sovrasta il Teatro greco.

Villa Landolina · Photo © L. Attardo

Villa Landolina · Photo © L. Attardo

 
Nonostante la disponibilità abbondante di acque, Siracusa non conserva testimonianze di fontane storiche, fatta eccezione per la fontana di Piazza Archimede e la Fontana degli Schiavi per questo motivo costituisce una novità la fontana ornamentale di recente restaurata all’interno del giardino di Villa Landolina visitabile indipendentemente dal Museo archeologico Paolo Orsi che lì ha sede. Fasi storiche diverse hanno caratterizzato la costruzione della Villa (1890-94) e in particolare del giardino, oasi verde caratterizzata dalla presenza di alberi secolari e arbusti fioriti tutto l’anno. La vasca circolare coronata con blocchi regolari di pietra bianca calcarea antistante il prospetto principale della Villa è alimentata dallo zampillo proveniente da un gruppo scultoreo in terracotta raffigurante tre putti, due dei quali poggiano i piedi su una tartaruga posta dentro una grande valva di conchiglia. Elemento ricorrente questo nelle fontane ornamentali dei giardini privati in cui i cherubini o gli amorini sono diffusamente presenti e nascondono al loro interno gli ugelli erogatori. La piccola scultura dalla cui colonna centrale, decorata da foglie di palmetta, zampilla l’acqua è stata realizzata dalla Ditta Dall’Ara e C. di Milano, come attestato dal marchio di fabbrica posto alla base del gruppo, la cui produzione era conosciuta già dal 1870 e si era diffusa in altre regioni italiane tra cui la Sicilia, come documentato nel catalogo dell’esposizione di Belle Arti di Brera.
È interessante notare che la vasca e il gruppo scultoreo posto al centro sono del tutto simili alla fontana ornamentale del giardino del Castello di Donnafugata nel ragusano che, costruito tra la fine dell’Ottocento e primi del Novecento, può definirsi come uno dei giardini più belli del Sud Italia. Il gruppo scultoreo presente al centro della fontana ornamentale antistante la Coffee house del parco di Donnafugata è un multiplo della fontana di Villa Landolina: la presenza dei due manufatti architettonici del tutto simili, induce a pensare che tra i Landolina Interlandi ed il Visconte Gaetan Combes Le Strade, barone di Donnafugata, vi sia stata un’assidua frequentazione: ciò potrà essere accertato successivamente approfondendo la ricerca storica già avviata dalle sezioni del FAI di Siracusa e di Ragusa.
 

Fontana giardino Donnafugata · Photo © Giancarlo Tribuni Silvestri

 
All’epoca dell’esproprio della villa Landolina e del fondo agricolo circostante nel 1961, la vasca circolare era già rappresentata in planimetria: pertanto si ritiene che la piantagione ad agrumi, che nei primi anni del Novecento sostituì la coltivazione di un’antica vigna coltivata nel sito dove sorge il moderno edificio museale, necessitando di costanti irrigazioni estive, abbia reso necessaria la costruzione della grande vasca di raccolta d’acqua la cui posizione, posta a quota altimetrica più alta rispetto alle coltivazioni, consentiva la distribuzione dell’acqua per caduta attraverso le saie in mattoni di terracotta di cui è rimasta traccia nel giardino. La vasca polifunzionale, venne trasformata in seguito in fontana ornamentale decidendo di impreziosirla con l’integrazione del gruppo scultoreo artistico. Una nostra ricerca presso l’Archivio di Stato di Siracusa ha altresì accertato che nel settembre del 1900 la signora Maria Teresa Laudien vedova Politi, prese in locazione la Villa Landolina allora denominata “San Giovanni”: la presenza della nobildonna austriaca, imprenditrice turistica antelitteram, insieme alla Reimann potrebbe aver influenzato o contribuito a diffondere il gusto delle decorazioni artistiche nei giardini della contrada Teracati. In un angolo del giardino si trova un’altra fontana di piccole dimensioni con adiacente una seduta in pietra che appare come un luogo più riservato per dedicarsi alla riflessione o alla lettura.

Villa Landolina · Photo © L. Attardo

Villa Landolina · Photo © A. Gerbino

 
Il giardino della Villa è stato oggetto di un intervento di riqualificazione finanziato con fondi europei a conclusione del quale l’Inner Wheel Club di Siracusa Distretto 211 Italia, nell’ambito un contratto di sponsorizzazione con la Regione Sicilia, ha sostenuto un piccolo restauro di alcune delle parti più fragili della fontana, un restauro mimetico e integrativo della piccola scultura effettuato dall’esperto restauratore Gerlando Pantano. Il 29 marzo scorso si è svolta una breve cerimonia di apposizione della targa commemorativa della sponsorizzazione dell’intervento alla presenza delle tre past President del Club Inner Wheel Siracusa, del restauratore e dei Dirigenti del Museo Paolo Orsi e della Galleria di Palazzo Bellomo che hanno seguito l’avvio e la conclusione della felice collaborazione tra il Club service e l’istituzione museale. Tale testimonianza di mecenatismo moderno si auspica possa contribuire all’attrattività che questo giardino esercita sia per la sua storia, testimonianza di un’epoca di grande vivacità culturale e di contaminazione di idee, che per la funzione di ossigenazione e di mitigazione delle temperature estive per la presenza dell’acqua zampillante della fontana: un invito alla sosta ed alle passeggiate, vero valore aggiunto del Museo archeologico Paolo Orsi.
 
Maggio 2022

Manifesto Esposizione Palermo

 
ALESSANDRA TRIGILIA


Agronoma e paesaggista, socia dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, da Dirigente della Soprintendenza Beni Culturali di Siracusa, ha coordinato gli aspetti tecnico-scientifici del Piano paesaggistico della provincia e ha collaborato alla perimetrazione del Parchi archeologici di Siracusa, Eloro e Leontinoi. Ha progettato e diretto i lavori di valorizzazione del giardino storico del Museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa. Ha svolto attività di ricerca scientifica sulla vegetazione dell’area archeologica della Neapolis e sul verde naturalistico per il Piano di risanamento ambientale di Priolo e Augusta.