E se La guerra - di Troia - è fatta dagli uomini, come lo sfrontato Agamennone di Sax Nicosia, sono le donne, la forte Corifea di Gaia Aprea, la tremante Cassandra di Linda Gennari, lo spettro di Ifigenia -interpretato da Carlotta Messina Maria Chiara Signorello- e dunque la travolgente Clitennestra di Laura Marinoni, che in questo potente Agamennone hanno il compito di agire e di diffondere il messaggio che Eschilo compose per gli Ateniesi e per l’Umanità: Il dolore provato che dona senso all’esistenza, per cui l’esperienza genera Conoscenza. E forse anche l’espiazione delle colpe:
“e così mi condanni […] all’esecrazione universale mentre su Agamennone non hai nulla da dire, lui che non si diede pensiero di sua figlia, frutto dolcissimo del mio ventre, più di quanto non si sarebbe dato pensiero di una pecora, presa a caso fra i tanti capi di un lanoso armento […] non è forse lui che avreste dovuto bandire da questa terra per purificarla dal delitto? E invece, ora che si sa che ho fatto io, ti ergi a giudice implacabile”
Se ci è sembrato corretto leggere in questa regia un’eco alle guerre di oggi, alla forza delle donne innanzi alla violenza che si ripete ciclicamente, l’omaggio musicale con cui si congeda lo straordinario cast dell’Agamennone, Glory box dei Portished, è la conferma di un messaggio di pace universale:
[…] dammi un motivo per essere,
una donna,
voglio soltanto essere una donna.
Perciò non smettere, di essere uomo,
soltanto getta uno sguardo dalla nostra parte quando puoi,
semina un po' di tenerezza,
non importa se piangerai.
dammi una ragione per amarti […]