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AGAMENNONE

Autunno sull’Anapo
Aprile 21, 2022
Archimede a Siracusa
Giugno 1, 2022

Agamennone 2022 - Ph. © Michele Pantano

AGAMENNONE di Davide Livermore

L'empia giustizia va in scena

 
È l’Agamennone di Davide Livermore a inaugurare la 57^ stagione degli spettacoli classici al Teatro Greco di Siracusa. La tragedia di Eschilo che introduce l’Orestea, andata in scena nel precedente ciclo di rappresentazioni, si rinnova e ripete il rito della catarsi accompagnando con moderne movenze lo spettatore dentro il buio viaggio dell’introspezione. Ed è spettacolo!
Nato fra le pietre sacre del Temenite, questo “nuovo” Agamennone riporta sulla scena lo smarrimento dell’uomo di fronte ai drammi della Storia, di fronte al rinnovarsi del dolore, e così sotto gli occhi ispirati del regista i significati tradizionali e impliciti legati al destino degli Atridi si incarnano in un nuovo tempo. Abiti di scena e caratteristiche suppellettili trasportano lo spettatore in una ambientazione degli anni ’30. Mentre le parole cantano la poesia classica di Eschilo fra i sedili della cavea il pensiero viaggia verso i temi politici e culturali di quell’epoca che vide nascere e crescere i germi della dittatura e del mito della guerra. Testimoni di questa “stantia” cultura bellicosa osteggiata dai sentimenti in scena, sono i tre anziani argivi in alta uniforme ma ormai immobili su splendide carrozzine retrò in finocchietto, che quasi mai abbandonano il palcoscenico.
È però la Giustizia, fra assenza e brama, il tema che guida l’azione e a declamarlo è una licenza poetica che Livermore si è concesso: lo spirito di Ifigenia che si aggira spettrale. Lunghi capelli biondi intrecciati incorniciano il volto di una innocente bambina uccisa dal padre “come una pecora per placare i venti della Tracia” che nessuno può vedere, ad eccezione dell’altra vittima di guerra, Cassandra la veggente. Eppure sarà lei, la trasparente Ifigenia, ad armare la mano ansiosa di vendetta della madre Clitennestra e il soffio dei sui passaggi in scena scandisce l’inesorabile trama che corre spedita verso il delitto di sangue, in nome del familismo arcaico.

Agamennone 2022 - Ph. M. Pantano

Agamennone 2022 - Ph. M. Pantano

 
Lo spettacolo è un crogiuolo di emozioni, costruito con un sapiente intreccio di parole, musiche e tecnologia, cui Livermore ci ha abituato. La scenografia interattiva, le sfere e il ledwell e la dodecafonia sono simbiotici con le performance dei personaggi. Uno svolazzo leggero di farfalla dalle ali rosse sulle note di Das Musikalische Opfer di un elettronico Bach, sono i passi di Ifigenia che ritornano come dannazione infernale; voli di corvi neri da rami rinsecchiti, foto sbiadite di volti che ricordano una frammentazione cubista dell’essere, sono tutti come nuove figure retoriche che arricchiscono la semantica del messaggio drammatico di Eschilo. Un ruolo importante è affidato dunque, alla musica la cui scelta intensifica lo spirito vitale di questo spettacolo, dove il concetto di “classico e moderno” si presentano come inevitabilmente contaminati: il pianoforte di Jardin feerique - suite di Ma Mère l'Oye di Maurice Ravell e poi ancora Maurice Duruflé con Requiem, Op. 9 -Agnus Dei, e infine ancora Bach con la musica del preludio della suite inglese n. 2. Tranne che per Bach per cui si osa – felicemente - di vestirlo con sonorità elettronica, la selezione musicale tesse legami con la scelta del tema generale di queste nuove rappresentazioni “il disorientamento dell’essere umano di fronte alla drammaticità che a volte tinge l’esistenza”, iconizzato da “Lo sguardo rosso“ del musicista “dodecafonico” Arnold Schönberg del 1910, scelto per veicolare la stagione.
“In quanto archetipo, l’Agamennone eschileo corrisponde alla definizione stessa di “classico”: qualcosa che è esemplare sin dal momento della sua creazione, ma sempre vibrante ed estremamente attuale, motivo per cui va restituito in tutta la sua possanza e forza con un lavoro di altissima filologia […] lo faremo sfruttando, ad esempio, la dodecafonia che, nella sua mancanza di concretezza armonica, nella sua atonalità, offre l’opportunità di scandagliare l’animo umano senza verità emotiva”  Davide Livermore

Agamennone 2022 - Ph. M. Pantano

Agamennone 2022 - Ph. M. Pantano

 
E se La guerra - di Troia - è fatta dagli uomini, come lo sfrontato Agamennone di Sax Nicosia, sono le donne, la forte Corifea di Gaia Aprea, la tremante Cassandra di Linda Gennari, lo spettro di Ifigenia -interpretato da Carlotta Messina Maria Chiara Signorello- e dunque la travolgente Clitennestra di Laura Marinoni, che in questo potente Agamennone hanno il compito di agire e di diffondere il messaggio che Eschilo compose per gli Ateniesi e per l’Umanità: Il dolore provato che dona senso all’esistenza, per cui l’esperienza genera Conoscenza. E forse anche l’espiazione delle colpe:
e così mi condanni […] all’esecrazione universale mentre su Agamennone non hai nulla da dire, lui che non si diede pensiero di sua figlia, frutto dolcissimo del mio ventre, più di quanto non si sarebbe dato pensiero di una pecora, presa a caso fra i tanti capi di un lanoso armento […] non è forse lui che avreste dovuto bandire da questa terra per purificarla dal delitto? E invece, ora che si sa che ho fatto io, ti ergi a giudice implacabile
Se ci è sembrato corretto leggere in questa regia un’eco alle guerre di oggi, alla forza delle donne innanzi alla violenza che si ripete ciclicamente, l’omaggio musicale con cui si congeda lo straordinario cast dell’Agamennone, Glory box dei Portished, è la conferma di un messaggio di pace universale:
[…] dammi un motivo per essere,
una donna,
voglio soltanto essere una donna.
Perciò non smettere, di essere uomo,
soltanto getta uno sguardo dalla nostra parte quando puoi,
semina un po' di tenerezza,
non importa se piangerai.
dammi una ragione per amarti […]

Agamennone 2022 - Ph. M. Pantano

Agamennone 2022 - Ph. M. Pantano

Agamennone 2022 - Ph. M. Pantano

 
LUANA ALIANO

Insegna Storia dell’Arte, è Presidente dell’Associazione SiciliAntica per la provincia di Siracusa. Si è occupata di formazione e di didattica applicata ai beni culturali, ha lavorato in un Museo Etnografico a Noto, è stata cultore della materia nella Facoltà di Architettura, ha curato diverse pubblicazioni sul tema dell’innovazione tecnologica applicata ai beni culturali. Non poteva che scrivere per SiracusaCulture.