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Alle Origini della Magna Grecia

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Castello Eurialo BIG © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo

Alle Origini della Magna Grecia

 
La civiltà micenea - fiorita in Grecia nella tarda Età del Bronzo - collassò su sé stessa verso il 1100 a.C. come conseguenza di numerosi fattori economici, demografici e climatici aggravati dalla reiterata litigiosità tra le diverse città-stato micenee, incapaci di schierarsi a difesa dalle invasioni dei Dori e dei cosiddetti “popoli del mare”. Dopo un lungo periodo di stagnazione, definito dagli storici “medioevo ellenico”, verso la fine del IX secolo a.C., una risoluta ripresa delle attività economiche e commerciali si manifestò con un forte aumento demografico a cui l’agricoltura, praticata nelle poche regioni collinari o pianeggianti della Grecia, non era in grado di far fronte. A questa contingenza si associava la concentrazione del potere e della terra nelle mani di una ristretta élite dalla quale erano estromessi quei nobili, ricchi e condottieri che manifestavano dissenso o non conformità di vedute. Furono proprio alcuni di questi esclusi a guidare le prime ondate di coloni (in latino colònus significa “coltivatore”) Calcidesi, Megaresi e Corinzi verso nuove terre da coltivare, nuovi porti su cui edificare nuove piazze mercantili. Le colonie, che i Greci chiamavano apoikiai, rimanevano legate alla madrepatria da saldi vincoli di stirpe, linguaggio, scrittura, religione, miti e riti ma diventavano comunità autonome con proprie istituzioni civiche, mantenevano con la madrepatria vincoli di sangue.
 
Fenomeni migratori verso oriente si erano già manifestati in tarda epoca micenea, quando gruppi di coloni attici, ionici ed eolici incalzati dall’invasione dei Dori, si stabilirono lungo la costa egea della penisola anatolica, sul Mar Nero, a Creta, a Cipro, a Samo, a Chio e a Rodi. Tre secoli più tardi le prue delle navi greche si volsero a occidente, attraversarono lo Jonio ed entrarono nel Tirreno. Ancora una volta il sito in cui fondare la nuova città doveva disporre di un ampio territorio da coltivare e di generosi corsi d’acqua ma soprattutto offrire approdi comodi, sicuri e facili da controllare. In quanto alle eventuali preesistenze indigene, il compito di disperderle o vincerne la resistenza spettava all’ecista (il nobile condottiero-fondatore) e ai suoi armati. Così nel 775 a.C. i Calcidiesi fondarono Pithekoussai sull’isola di Ischia e quindi Cuma, Napoli e Reggio; gli Achei Sibari, Metaponto e Crotone; gli Spartani Taranto. Si andava delineando la geografia di quella parte meridionale della penisola italica che, solo nel II secolo a.C., lo storico greco Polibio definirà Megálē Hellás (Magna Grecia).
Dicembre 2020
 
SERGIO G. GRASSO

Da giovane, doppiava per il cinema attori del calibro di Orson Welles e Jeff Goldblum. Autore e conduttore televisivo, ha lavorato a programmi Rai come Unomattina, Lineaverde e La prova del cuoco. È docente di Antropologia dell’alimentazione, food-writer, cultore e divulgatore di storia sociale del cibo, curatore di eventi gastronomici legati alle rappresentazioni del cibo nell’arte. Scrive e fa parte della direzione editoriale di SiracusaCulture.