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La scultura di S. Lucia morente nel Sepolcro della Santa

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Siracusa, S. Lucia morente, Gregorio Tedeschi, 1634, (Foto Archivio Cultur'Arte Santa Lucia)

La scultura di S. Lucia morente nel Sepolcro della Santa

 
Lo scultore fiorentino Gregorio Tedeschi, si impegnò con i Giurati e con il Senato della città di Siracusa, per realizzare alcune opere che dovevano abbellire alcuni dei luoghi più importanti. Sue dovevano essere ad esempio, le statue per le grandi nicchie sulla facciata del Palazzo del Senato o di Città, realizzato dall’architetto ispanico Giovanni Vermexio ed altre statue di sante vergini dovevano adornare le nicchie esterne del tempietto del Sepolcro di S. Lucia. Purtroppo con la morte prematura dell’artista, Siracusa non ebbe il privilegio di avere le opere per cui egli si era impegnato, riuscendo a realizzare solo la statua della Santa venerata al Sepolcro. Essa è un esempio di delicatezza ed armonia, raffigura la Santa distesa sul fianco destro, adagiata su due alti cuscini, con la mano sinistra che in modo naturale si posa vicino il ventre.
 
Il volto esprime la serenità nel passaggio dalla vita alla morte, nell’incontro con Dio, mentre il corpo è completamente avvolto dalla veste e dal manto che con le numerose pieghe, ne rende perfettamente l’anatomia. La statua è legata ad un evento soprannaturale conosciuto come “il prodigioso sudore” che si verificò durante la guerra tra Spagnoli e Austriaci nel 1735. Il 6, 7 e 8 maggio di quell’anno, i gendarmi e i frati - custodi del Sepolcro e della Basilica della Santa dal 1618 – durante il sopralluogo per proteggere l’altare con la statua, in vista dei bombardamenti, si accorsero che dal volto, dalle mani e dai piedi proveniva un liquido trasparente, simile appunto al sudore. Il primo giorno i testimoni dell’evento pensarono che si trattasse di un effetto della rifrazione della luce o dell’umidità del luogo, ma con il protrarsi di quel segno, presente solo in quelle parti, lasciando le vesti completamente asciutte, fu costituita una commissione di giurati e redatte molte autorevoli testimonianze, l’evento fu proclamato “vero, reale e miracoloso” nel giorno del 20 gennaio del 1736.
Siracusa, S. Lucia morente (particolare), Gregorio Tedeschi, 1634, tempietto del Seplcro, (Foto Archivio Cultur'Arte Santa Lucia)
 
DARIO BOTTARO

Studia all’Istituto Statale d’Arte, si specializza in Pittura e Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Noto e completa gli studi sul patrimonio artistico presso l’Istituto di Scienze religiose S. M. di Monte Berico. Studioso del culto di Santa Lucia, ha pubblicato diversi volumi tra i quali, di recente, Santa Lucia nella pittura aretusea. Pale d’altare e dipinti devozionali nelle chiese della provincia di Siracusa. Ha catalogato il prezioso corredo del Simulacro argenteo della Santa e ha diretto la collana editoriale della Deputazione della Cappella di S. Lucia di Siracusa. Per Morlacchi editore ha collaborato al testo Lux in tenebris lucet.