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Il culto di Santa Lucia

Il Mediterraneo in barca
Novembre 15, 2021
Siracusa 2024
Dicembre 28, 2021
Ph. credits © Davide M.A.D'Orazio

Il culto di Santa Lucia

Rito, preghiera e coralità del popolo siracusano

 
“Sarausana je”, l’invocazione nasce immediata e spontanea non appena il Maestro di Cappella inizia ad aprire le antiche porte di bronzo del 1608 e si intravede appena il Simulacro argenteo di Santa Lucia. E si ripete, uomini, donne, bambini “Sarausana je” accompagnato da “Dicitaccillo cu tuttu u core”. E allora l’emozione corre sul tuo corpo e diventa comune con tutti i presenti, gli occhi sempre più lucidi generano una nuova luce, il rito si compie e diventa coralità nella preghiera comunitaria. Ho assistito tante volte all’apertura della nicchia ma non riesco ancora a fermare la commozione e la particolare, unica sensazione che investe tutti i tuoi sensi e ti spinge a guardare il volto di Lucia. Era certamente particolarmente ispirato Pietro Rizzo, maestro argentiere di Palermo, quando nel 1599, ha realizzato il Simulacro di Santa Lucia. Il volto, che ho avuto modo di vedere durante i lavori di restauro senza la corona, dono del popolo di Siracusa liberato dalla peste del 1781, è quello di una ragazza sorridente, libera, serena con una lunga treccia bionda e rappresenta oggi, nel mondo, l’immagine di Lucia.
 

Museo P.Orsi, Euskia © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo
È particolare e unico il rapporto che lega Siracusa con Santa Lucia. La lapide di Euskia, trovata da Paolo Orsi nelle catacombe di San Giovanni nel 1894, testimonia che immediatamente alla morte, avvenuta nel 304, la personalità e la storia di Lucia diventano memoria e patrimonio identitario della comunità siracusana e la mancanza del corpo, prelevato da Giorgio Maniace nel 1039, portato a Costantinopoli e nel 1204 a Venezia dove tuttora riposa, hanno rafforzato il sentimento identitario affiancandolo alla speranza del ritorno delle sue spoglie mortali. “Lucia sponsa Christi, omnis plebs te expectat”. Lucia, sposa di Cristo, tutto il popolo ti attende - ebbe ad invocare nel 1912 l’Arcivescovo di Siracusa Mons. Luigi Bignami lasciando scritte, a perenne memoria, le sue parole nel Sepolcro vuoto.
Ph. credits © Toni Mazzarella
Ph. credits © Toni Mazzarella
 
E ogni anno, da oltre 400 anni, il popolo di Lucia accompagna il Simulacro, che con la gamba in avanti sembra precedere tutti nel cammino, verso i luoghi del martirio in un percorso, un tempo extra moenia, che è rimasto inalterato, con un corteo processionale fatto anche di silenzi, di preghiere, totalmente diverso dall’agitazione e dai clamori di Catania e Palermo e che ripropone in pieno il carattere del popolo siracusano, restio a manifestare pubblicamente le proprie passioni che preferisce tenere riservatamente dentro il proprio animo ma presente e pronto, quando è necessario, a lasciare il proprio pudore e manifestare con gioia le proprie emozioni.
 
La pietà popolare è una manifestazione di fede semplice, autentica, concreta, fisica, fatta di gesti e accompagnata dal tocco delle mani. La pietà popolare incarna il gesto dell’emorroissa che chiede l’aiuto di Gesù toccando la veste e le parole di Lucia che, sulla tomba di S. Agata, invita la madre a toccare il sepolcro. Il popolo di Lucia si avvicina al Simulacro e alle Reliquie toccando e accarezzando con semplicità in un gesto che manifesta tenerezza, pudore e dolcezza. Santa Lucia è siracusana e il senso di libertà che emerge dagli atti del martirio, e in particolare dal Codice Papadopulo, è lo stesso senso di libertà di Antigone. Santa Lucia, una piccola giovane donna, che non ha paura a confermare pubblicamente le proprie convinzioni e che rimane coerente, sino alla morte, nelle sue idealità e nel suo credo. Una piccola giovane donna ribelle, ribelle per amore di Cristo e che, senza alcuna paura, non ha esitazione a donare tutti i suoi beni ai poveri e rifiutare lo sposo promesso.

Sarausana je”, l’invocazione nasce immediata e spontanea non appena si intravede il Simulacro argenteo di Santa Lucia. Si ripete - uomini, donne e bambini - “Sarausana je” accompagnato da “Dicitaccillo cu tuttu u core”.

Ph. credits © Davide M.A.D'Orazio

 
Tra poco, anche se i limiti della pandemia impediscono ormai da due anni la presenza di Santa Lucia nelle strade di Siracusa, inizia un periodo di forte coinvolgimento per i siracusani che abbandonano, sia pure per poco, la contrapposizione, che ormai caratterizza ogni aspetto della vita pubblica, per ritrovare momenti di serenità, di condivisione, di fraternità. Santa Lucia, per Siracusa, è simbolo identitario di riconciliazione e nel mondo simbolo di testimonianza del Verbo. Una storia che risale a 1717 anni ma che mantiene intatti i suoi colori e la sua bellezza.
Novembre 2021

Ph. credits © Toni Mazzarella
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Ph. credits © Michele Pantano 2018
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Ph. Michele Pantano 2018

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Ph. Michele Pantano 2018

 
PUCCI PICCIONE

Avvocato, è Presidente della Fondazione della Deputazione della Cappella di Santa Lucia che, dal 1541 si occupa del culto luciano, nonché presidente dell’Associazione Amici dell’INDA costituita per rinnovare lo spirito del Comitato Promotore che nel 1913 diede inizio alle rappresentazioni teatrali nel teatro antico di Siracusa. È anche coordinatore del Parco Culturale Ecclesiale costituito dall’Arcidiocesi di Siracusa per promuovere e valorizzare il patrimonio ecclesiale. È nato e vive in Ortigia e ha la fortuna, ogni mattina, di affacciarsi sulla Cattedrale, e ogni pomeriggio, di guardare il tramonto sul Porto Grande di Siracusa.