Sembra che Hitler…Ho appena letto i giornali, cosa che non accadeva più da tre settimane. Sembra anche che ad Amsterdam…
Che notizia spaventosa! Talmente spaventosa che le persone che incontro non ne sanno pressoché niente. Ci sono soltanto poche righe, sui loro giornali, e per il resto, be’, per il resto…Non so di che cosa parlino. Non so che cosa possa mai interessare a queste centinaia di persone che, a quest’ora, siedono sulle panchine del lungomare, mentre i giradischi si danno battaglia.
Eppure mi hanno indicato certi uomini, qua e là, con il naso rotto dei pugili o con la faccia segnata da cicatrici.
«Sono dei gangster!» mi hanno detto con un sorriso.
Non scherzavano mica. Quasi tutti i gangster che hanno fatto tremare Chicago e l’America intera sono originari di qui, hanno mangiato la cassata a questi tavolini all’aperto e hanno guardato i pesci che guizzavano nella fontana dei papiri.
Adesso che in America bere alcolici non è più proibito, sono tornati a casa. Vanno a spasso come gli altri. E, come gli altri, sono disoccupati.
Capite? Dei disoccupati prima dell’invenzione della disoccupazione. Gente che non fa niente perché è bello non far niente o piuttosto perché è inutile far alcunché.
«Ma» direte voi «quei monumenti, quelle strade pavimentate di mosaici, quelle fontane, quei…».
Ovvio, hanno pur dovuto costruirli! Mi basta alzare lo sguardo per scorgere un tempio greco del X secolo a.C., una chiesa di gusto forse meno squisito ma elaboratissima, costruita nel VII secolo della nostra èra, e una quantità di case del Rinascimento dove i poveri di oggi vivono ancora sotto volte affrescate degne di figurare nei musei.
Che cosa dimostra, tutto questo? Che gli abitanti di questa città hanno lavorato?
Ma neanche per sogno! Tutto questo dimostra che è venuta a lavorare qui gente da fuori, arrivata di propria spontanea volontà o condotta in schiavitù.
Ed è forse questo il segreto del Mediterraneo.
Arrivi da un posto o dall’altro, dalla Gallia o dall’Armenia, dalla Macedonia o finanche dall’Ungheria. Sei giovane e forte, e per di più sei un poveraccio. Allora lavori.
Solo che tuo figlio, o magari tuo nipote, impara a vivere e, invece di lavorare lui stesso, fa lavorare quelli che arrivano a loro volta dalle più remote lande barbariche.
Probabilmente è questo il senso della parola aristocrazia.
Ed ecco perché possiamo dire che tutti gli abitanti del Mediterraneo sono aristocratici…
Sono alcune centinaia, al momento, le persone che stanno a guardare il mare con in sottofondo un accompagnamento musicale e a fantasticare al fresco come turisti inglesi o americani che hanno sgobbato dieci anni per permettersi poche settimane di vacanza nel Mediterraneo.
…E non sono nemmeno capaci di godersele!
1934, Il Mediterraneo in barca, Georges Simenon. Adelphi Edizioni, 2019