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Siracusa la più grande e bella

Carmelinda Gentile
Settembre 15, 2021
CODEX A NOTO
Ottobre 12, 2021
Ortigia © Regione Siciliana

Siracusa: "La più grande e bella ..."

 
Siracusa fu fondata nel 733 a.C. ad opera di coloni di Corinto guidati dall’ecista (fondatore) Archia, uno dei membri più influenti della nobiltà corinzia, auto esiliatosi dalla sua città natale dopo aver ucciso il suo spasimante Atteone. La sibilla di Delfi gli aveva indicato come approdo in Sicilia un piccolo emporion punico costituito da una grande insenatura alla foce del fiume Anapo, chiusa tra la costa rocciosa del Plemmirio (letteralmente “l’inondato”) e una piccola isola che ricordava nella forma la quaglia (ortyx), uccello in cui Zeus trasformò per pietà la sua amante Leto. Secondo Strabone l’isola di Ortigia (che ha rivelato strutture insediative dal neolitico all’età del bronzo) e il territorio retrostante fino a Pantalica erano abitati da indigeni siculi su cui governava il loro ultimo re, Hyblon, contro il quale Archia mise in atto un complotto grazie al quale riuscì ad assumere il controllo della città e del regno. La nuova colonia prosperò velocemente e si strutturò in cinque quartieri-città, veri demoi in cui si svolgevano attività artigianali, agricole e di allevamento: oltre all'isola di Ortigia, Akradina (la “terra dei peri selvatici”) Tyche (dal nome della dea greca della fortuna); Neapolis (la città nuova) ed Epipoli (la città alta). Nel 664 a.C. Syrakousai era in grado di fondare la colonia di Akrai nell’alta valle dell’Anapo, e quella di Casmene nello stesso 664 alla quale seguì Camarina nel 599. Così, non solo tutto l’entroterra era solidamente nelle mani dei greci, ma i siracusani controllavano quasi tutta la costa sud-orientale della Sicilia.
Castello Eurialo © Regione Siciliana Ph. Giuseppe Mineo
 
All’inizio del V secolo a. C. il primo tiranno di Siracusa, Gelone, riuscì a fare in pochi anni della polis l’epicentro del potere greco in Occidente. Alleatosi con Akragas, nel 480 a.C. annientò i cartaginesi nelle pianure di Himera e, pochi anni più tardi, inflisse agli Etruschi - che minacciavano il commercio marittimo siracusano - una dura sconfitta nelle acque di Cuma. Queste battaglie non solo eliminavano pericolosi rivali ma sancivano il predominio politico di Siracusa in Sicilia e sul Mediterraneo e gettavano le basi per attrarre in città architetti, letterati, artisti e commediografi.
Cinquecento anni più tardi, il geografo greco Strabone descrisse l’opulenza della città con queste parole: “Siracusa si trovò in uno stato di ricchezza tale che il nome dei suoi abitanti passò anche il proverbio, dicendosi, di quelli troppo ricchi, che essi non basterebbe nemmeno la decima dei siracusani”.
Mura Dionigiane © Regione Siciliana Ph.Marcello Bianca
 
Alla metà del V secolo a.C. Atene giudicò fosse tempo di contrastare la supremazia e l’arroganza politica e commerciale dei sicelioti di Siracusa. Tra il 427 e il 426 le navi greche corsero in aiuto della loro alleata Leontini minacciata dai siracusani che però ebbero la meglio. Nove anni dopo, su invocazione di Segesta, Pericle inviò una nuova flotta di 134 triremi e trentamila uomini contro Siracusa. Dopo tre anni di assedio i sicelioti sbaragliarono la flotta e l’esercito ateniese, giustiziarono il comandante della spedizione, Nicia e rinchiusero i settemila sopravvissuti greci nelle Latomie della Neapolis lasciandoli morire d’inedia. La battaglia di Siracusa segnò la fine dello splendore di Atene. L’assedio subìto spinse il tiranno Dionisio I a trasformare Siracusa in roccaforte. Fece costruire una cinta muraria di 27 chilometri (la più ampia del mondo classico) attorno alla pentapoli ed eresse al vertice di questo anello difensivo il Castello Euryelos (in greco: “chiodo dalla grossa testa”).

Museo P. Orsi, Sala Kamarina © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo
Pantalica © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo

 
Nei 150 anni successivi Siracusa consolidò il suo ruolo di più ricca e potente polis d’Occidente, tale da rivaleggiare con la stessa Atene per lo splendore dei monumenti e il tenore di vita dei suoi abitanti, per divenire, nel III secolo a.C. snodo strategico nelle guerre che opponevano Roma a Cartagine. L’alleanza con Roma all’epoca della prima Guerra Punica permise a Gerone II di garantire a Siracusa indipendenza, pace e floridezza. Durò solo cinquant’anni perché il suo successore nel 212 a.C. ruppe il trattato e si schierò coi Cartaginesi provocando l’ira dei Romani che dopo tre anni di assedio, alla guida del console Marcello, entrarono a Siracusa dandosi al saccheggio e al massacro. Seguirono otto secoli di decadenza, alla fine dei quali l’Imperatore bizantino Costante II la elesse a sua residenza e la fece, seppur per breve tempo, capitale dell’Impero Romano d’Oriente.
I siti citati fanno parte del Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. Foto su concessione dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con divieto di duplicazione, anche parziale, con qualsiasi mezzo. © Regione Siciliana, Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana – Soprintendenza per i Beni Culturali, Ambientali e dell’Identità Siciliana – pubblicazione concessa.

Antica Siracusa, Tavola Capodieci © Regione Siciliana
 
SERGIO G. GRASSO

Da giovane, doppiava per il cinema attori del calibro di Orson Welles e Jeff Goldblum. Autore e conduttore televisivo, ha lavorato a programmi Rai come Unomattina, Lineaverde e La prova del cuoco. È docente di Antropologia dell’alimentazione, food-writer, cultore e divulgatore di storia sociale del cibo, curatore di eventi gastronomici legati alle rappresentazioni del cibo nell’arte. Scrive e fa parte della direzione editoriale di SiracusaCulture.