L’effetto dentro la latomia dell'Intagliatella, a ridosso dell'orecchio di Dionisio e accanto alla grotta dei Cordari, è straordinario. Tele, bozzoli e ragni, e una moderna aracnomanzia fra i segni antichi dell'uomo, capovolgono le gerarchie dei valori ed è la ricerca dell'elemento naturale, che è sempre stato li, a guidare le traiettorie fra necropoli e cave di pietra. Gesti che, a nostro avviso, potrebbero anche rimodulare proprio il modo di fare esperienza dei siti archeologici. Ripensarli, insomma, e immaginarli ancora come luoghi un tempo dalla bellezza incontaminata. Capita sovente di dimenticare i motivi della scelta dei luoghi da parte dei nostri antenati, che ispirati dai suoni, dai profumi e dalle bellezze paesaggistiche, vollero entrarvi profondamente in sintonia. Ciò accadde anche sul Colle Temenite, dove il teatro greco scavato nella sua roccia, godeva di una scenografia naturale offerta dal porto grande e “dall’ondoso Plemmirio”. AnarcoAracnoAnacro potrebbe allora essere anche una lezione per una città che come Siracusa ha perso svariate partite con la tutela dell'ambiente e del patrimonio culturale. E se Saraceno ci ha chiesto di formulare nuovi intrecci e nuove storie, impossibile è non ripensare a quel tragitto lungo la zona industriale, che accompagna il viaggiatore in arrivo a Siracusa. Thapsos e Megara Hyblea, ad esempio, strette da ciminiere e da grandi serbatoi di gasolio.
Consapevolezze, amare, che l’arte impegnata di Saraceno trasforma in nuove possibilità, ricominciando dagli elementi più piccoli e fragili per tutelare Madre Terra.