parallax background

La Botanica della Neapolis

Davide D’Orazio
Maggio 2, 2021
Akrai
Giugno 1, 2021

La Botanica della Neapolis

 
Quando, negli anni Sessanta del secolo scorso, Vincenzo Cabianca progettò le sistemazioni archeologiche dei parchi della Neapolis di Siracusa, di Megara Hyblaea, di Leontinoi, di Akre, di Tindari e di Lipari si ispirò al concetto, allora ancora innovativo, dell’uso sociale dei beni culturali. Il cosiddetto parco archeologico della Neapolis fu realizzato con lo scopo di riunire in un unico grande complesso pubblico i maggiori monumenti archeologici, dislocati in un’area di 240.000 metri quadrati, presenti in quell’antico quartiere. Il tessuto connettivo di verde ha avuto nel progetto la funzione di infrastruttura “naturale” tra i monumenti, oltre che di barriera visiva e isolamento dal contesto della città moderna costruita al suo intorno.
L'Ara di Ierone
La Latomia del Paradiso
 
Nelle aree a verde, impiantate da circa cinquant’anni, con funzioni di interconnessione tra i monumenti, si trovano le specie arboree Pinus halepensis (pino d’aleppo), Cupressus sempervirens (cipresso), Ligustrum japonicum (ligustro), Quercus ilex (leccio), Olea europea (olivo), e Ficus in varie specie oltre alla presenza di siepi arbustive di Laurus nobilis (alloro) e Nerium oleander (oleandro), specie quest’ultima che ha creato una suggestiva galleria verde lungo il percorso di ingresso all’Orecchio di Dionigi.
Nel giardino storico antistante la grotta dei Cordari si può ammirare una secolare Magnolia grandiflora (magnolia a fiore bianco) e nelle Latomie dell’Intagliatella un albero monumentale della specie Ficus magnoloides.
 
Le specie erbacee, vere e proprie rarità botaniche, crescono nelle aree che, non disturbate dall’azione antropica, hanno contribuito ad accrescere valore all’area archeologica.
Il clima termomediterraneo secco di Siracusa favorisce la presenza di una specifica flora che consta di oltre 200 specie tipiche delle associazioni vegetali semi naturali.
L’area del Colle Temenite, dove venne costruito il teatro e gli altri monumenti, è costituita da una zona declive caratterizzata da rocce carbonatiche che presentano numerose forme di erosione superficiale, come cavità alveolari, vaschette di corrosione, solchi e impronte semicircolari che costituiscono vere e proprie nicchie di biodiversità.
Nell’area archeologica della Neapolis sono state rinvenute specie endemiche perfettamente conservate e specie mediterranee distinte nelle varie tipologie: maggiormente diffuse sono le specie ruderali in grado di colonizzare pareti, rupi e opere murarie facilmente individuabili nelle esposizioni più soleggiate. Le specie principali sono Anthirrinum siculum (bocca di leone siciliana), specie endemica spesso associata a Capparis spinosa (cappero) e Parietaria judaica (vetriola minore).

Ophrys sicula nel anfiteatro Ph. Pietro Minissale
Elatine gussonei Ph. Pietro Minissale

 
Tra le specie rupestri censite si trova Andrachne telephiodes (porcellana greca), mentre Adiantum capillus-veneris (capelvenere) è localizzata sulle superfici più fresche ed è largamente diffusa nella grotta del Ninfeo, nella parte superiore del teatro. La percolazione delle acque sovrastanti il teatro e le cavità della roccia formano delle micro zone umide dove si forma una vegetazione erbacea dominata da Panicum repens (panico strisciante) in associazione con Digitaria sanguinalis (sanguinella comune), Mentha suaveolens (menta) e Verbena officinalis (verbena). Si trovano poi estese aree alla base delle latomie del Paradiso e nel sottobosco dei pini, ove crescono estese superfici ad Acanthus mollis (acanto), Smirnium olusatrum (smirnio) e Parietaria judaica (vetriola minore).

Pozzette alla Tomba di Archimede
Pozzetta con Elatine

 
Nelle aree più soleggiate crescono numerose specie di macchia mediterranea quali Olea europea (olivo), Pistacia lentiscus (lentisco), Pistacia terebinthus (terebinto), Rhamnus alaternus (alaterno) e Teucrium fruticans (camedrio) che rappresentano la vegetazione potenziale dell’area, cioè le associazioni di specie vegetali che in assenza di disturbo antropico si svilupperebbero naturalmente nella parte sovrastante il teatro e sulla sommità dei pilastri rocciosi rimasti dopo il crollo delle volte delle latomie.

Olivo
Teucrium
 
Le aree maggiormente visitate sovrastanti il teatro e le latomie, quelle ai margini dei vialetti, sono occupate da una vegetazione caratterizzata da Oryzopsis miliacaea (miglio multifloro).
Le ricerche botaniche condotte negli ultimi dieci anni hanno censito la flora locale con la finalità di stabilire anche l’indice di pericolosità per i monumenti archeologici delle specie erbacee presenti e hanno creato linee guida utili all’azione di contrasto delle erbe infestanti a maggiore invasività.
Aprile 2021
 
Ficus secolare
 
ALESSANDRA TRIGILIA

Agronoma e paesaggista, socia dell’Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio, da Dirigente della Soprintendenza Beni Culturali di Siracusa, ha coordinato gli aspetti tecnico-scientifici del Piano paesaggistico della provincia e ha collaborato alla perimetrazione del Parchi archeologici di Siracusa, Eloro e Leontinoi. Ha progettato e diretto i lavori di valorizzazione del giardino storico del Museo archeologico Paolo Orsi di Siracusa. Ha svolto attività di ricerca scientifica sulla vegetazione dell’area archeologica della Neapolis e sul verde naturalistico per il Piano di risanamento ambientale di Priolo e Augusta.