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Eredità culturali immateriali

Stefania Pennacchio
Aprile 22, 2021
Due modi di entrare
Aprile 22, 2021
Ph. © Vittoria Gallo

Eredità culturali immateriali, territorio e comunità locali

Una nuova concezione di viaggiare, vivere ed interpretare il quotidiano post-pandemico nel Val di Noto

 
I tempi odierni registrano profondi mutamenti delle abitudini quotidiane e del modo di fruizione del tempo e dello spazio.
Tale prospettiva si riflette anche in ambito turistico, modificando il modo di intendere il viaggio e facendo prevalere forme di fruizione dei territori legate alla loro capacità di produrre emozioni e di offrire esperienze uniche e non ripetibili, lontane dai modelli turistici massificati e incentivando il viaggio di prossimità.
In questo contesto è necessario sviluppare nuove modalità di interfaccia tra viaggiatori e destinazioni, attraverso fenomeni di turismo emozionale ed esperienziale, mobilità dolce, valorizzazione e osmosi tra territori e patrimoni culturali in termini di interazione con le Comunità locali, intese come Custodi ed Interpreti delle eredità culturali e patrimoniali dei territori.
Il territorio siracusano, a fronte di tali premesse, rappresenta un uniqum ineguagliabile che lega Storia e Natura, luoghi e saper fare, tradizioni e produzioni.
L’intimo legame esistente tra architetture di periodi storici differenti – dai segni della grecità al Tardo Barocco – e paesaggio naturalistico, tra produzioni enogastronomiche e saperi artigianali, tutte custodite da una Comunità consapevole ed accogliente rendono il comprensorio della provincia di Siracusa un’ineguagliabile esperienza di fruizione di un grande Museo en plein air, motore di una nuova concezione di sviluppo socioeconomico su base culturale.
Ph. © Antonio Gerbino
 
In tale contesto i patrimoni culturali, materiali ed immateriali, diventano, oltre che volano di empowerment e sviluppo locale, “beni comuni” condivisi e fatti propri dalle comunità e dunque al centro di cruciali pratiche partecipative e di condivisione capaci di individuare nuove forme sia della salvaguardia e valorizzazione, sia nuovi stili e codici della conservazione, oltre che nuovi ruoli per i viaggiatori che accanto e insieme alle comunità si trovano a prendere parte a tali processi patrimoniali nella loro nuova qualità di “cittadini temporanei”.
Questo nuovo paradigma pone il viaggiatore nel ruolo di interprete attivo della reinterpretazione di luoghi e usanze, rendendolo partecipe di una visione già anticipata nella Convenzione di Faro per cui il patrimonio culturale è “un insieme di risorse ereditate dal passato che le popolazioni identificano, indipendentemente da chi ne detenga la proprietà, come riflesso ed espressione dei loro valori, credenze, conoscenze e tradizioni, in continua evoluzione” e che “comprende tutti gli aspetti dell’ambiente che sono il risultato dell’interazione nel corso del tempo fra le popolazioni e i luoghi”.
Ph. © Vittoria Gallo
Ph. © Vittoria Gallo
 
È una visione del patrimonio che supera tanto la dimensione nazionale entro cui il patrimonio culturale è stato considerato nella modernità quanto la distinzione fra patrimonio materiale e immateriale. Ma è soprattutto una visione che afferma il diritto all’eredità culturale come parte del diritto stesso a partecipare alla vita culturale, una responsabilità individuale e collettiva che pone la conservazione dell’eredità culturale e il suo uso sostenibile al servizio dello sviluppo umano, della qualità della vita e della costruzione di una società pacifica e democratica, nel quadro di processi di sviluppo sostenibile e di rispetto della diversità culturale. È una nuova prospettiva per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale che fa tesoro delle logiche partecipative degli anni Settanta e che, nel nuovo scenario globalizzato e tecnologico di inizio millennio, suggerisce nuove e necessarie modalità di fruizione.

Ph. © A. Campisi
Ph. © A. Campisi

 
Si gode, in ultima analisi, di una narrazione emozionale delle eccellenze territoriali, attraverso un viaggio intimo dentro l’identità del territorio siracusano sperimentando le produzioni agroalimentari e enogastronomiche che ne fanno luogo emblematico della Dieta Mediterranea (Patrimonio Immateriale Unesco), il sapere artigianale degli Scalpellini (Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia), la tradizione dei Pupi siciliani (Patrimonio Immateriale Unesco), la trasmissione dei saperi rurali della Casa Museo di Antonino Uccello (Registro delle Eredità Immateriali di Sicilia), primo mirabile esempio di proto-Ecomuseo, il genio popolare di Giufà (millenario personaggio della cultura popolare che dalla tradizione persiana si muove e popola una vastissima area dalla Cina alla Spagna e che nel Val di Noto acquisisce nuova popolarità), in un elenco inesausto che porta fino alle tradizionali feste religiose e ai festival laici che celebrano antiche usanze e innovative reinterpretazioni.
Marzo 2021

 
NATALE GIORDANO

Ricopre ruoli manageriali in progetti complessi su scala euromediterranea, cura le relazioni con i principali network Euromed, è membro del Consiglio di Amministrazione e Direttore dell'Ufficio Regionale per l'Europa e il Mediterraneo dell'ICCN - Network mondiale delle Città Custodi del Patrimonio Immateriale- ONG riconosciuta Unesco. Dal 2018 è Project Manager del progetto "Mediterranean Diet - When brands meet people", per la valorizzazione della Dieta Mediterranea Patrimonio Intangibile UNESCO.