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Due modi di entrare

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Ph. © Marcello Bianca

Due modi di entrare nel fascino di Siracusa

 
Sì, lo sappiamo. Quando arrivate a Siracusa in bus o con il vostro mezzo restate un po’ perplessi. Prima il depuratore, poi il cimitero militare alleato, poi quello civile, infine una periferia produttiva con evidenti segni di crisi, dismissione o degrado.
Alla rotatoria scegliete se imboccare viale Paolo Orsi o viale Ermocrate. La scelta non sarà neutrale per i suoi effetti.
Se imboccate il secondo, passerete davanti alla stazione ferroviaria per poi giungere, finalmente, nella Siracusa ottocentesca. La segnaletica vi indirizzerà verso gli ampi parcheggi realizzati all’interno dell’area portuale.
Ph. © Eliseo Lupo
 
Ecco, scesi dal mezzo percorrete i pochi metri che vi separano dal bordo del molo e alzate lo sguardo, il porto grande è davanti a voi: di fronte la foce dell’Anapo e del Ciane, alla vostra sinistra le prime propaggini del promontorio della Maddalena che chiudono l’insenatura a sud. A quel punto la luce di Siracusa vi avrà inondato gli occhi e sarà penetrata in fondo fino a farvi trattenere il respiro. Il blu cobalto del cielo non lo avevate mai visto così. Il verde che incorona la foce sarà l’epifania dell’abbraccio tra la ninfa crudelmente trasformata in acqua da Ade e il suo amato che, correndole accanto, finalmente le si ricongiunge in prossimità del porto. E capirete perché un mito così terribile e romantico ha trovato la sua collocazione in quell’insenatura, nel Porto Grande.
Ph. © Marcello Bianca
Ph. © Marcello Bianca
Ph. © Marcello Bianca
 
Dal porto dovete spostarvi a corso Umberto, spina dorsale della città ottocentesca seguendo il quale giungerete al ponte umbertino. A metà del ponte capirete il rapporto tra il mare – i due porti grande e piccolo – Siracusa e Ortigia, la cui epifania sono i ficus di piazza Pancali che nascondono i resti del tempio di Apollo per darvi il piacere di scoprirli e una strana casa, in stile veneziano voluta da un notabile dell’epoca proprio perché quel nuovo paesaggio urbano determinato dalla demolizione delle mura ricordava quello della laguna. Da lì in poi ha inizio il vostro viaggio sensoriale a Ortigia, penisola, poi isola, luogo eccentrico geograficamente, morfologicamente, forse culla di una antropologia eccentrica. Un viaggio in cui saranno l’odore del mare, il rumore delle onde che si infrangono sulla roccia e i garriti dei gabbiani, ma soprattutto la luce, intensa, piena, assoluta.

Ph. © Marcello Bianca
Ph. © Marcello Bianca

 
Se invece imboccherete il viale Paolo Orsi, anonimo asse carrabile che vi catapulta nell’area archeologica della Neapolis, il vostro contatto con Siracusa sarà molto più mediato. Entrerete direttamente nel parco archeologico, unico al mondo per la presenza di straordinarie testimonianze della classicità greca e di una vegetazione assai specifica. Qui la vostra esperienza sensoriale sarà ancora segnata dalla luce intensa e dal suo riverbero sul bianco della pietra, dagli odori dell’oleandro, del pitosforo, della zagara nei mesi primaverili e dell’origano selvatico in quelli estivi. Non lo sapete, ma quel parco esiste grazie alla visionarietà dell’architetto Cenzi Cabianca che lo progettò per salvare non i singoli monumenti, ma il loro insieme nel contesto rinaturalizzato.

Ph. © Marcello Bianca

 
Nella Neapolis, come in una realtà aumentata, i vostri sensi faranno da amplificatore alle vostre letture, alla memoria della storia e dei miti che il teatro o l’orecchio di Dionisio vi solleciteranno e magari, se chiuderete gli occhi mentre siete sulla parte più alta della cavea, sentirete tuonare la voce di Vittorio Gassmann o di Michele Placido che impersonano Dioniso o quella di Valeria Moriconi o Margaret Mazzantini che impersonano Antigone.
Quando avrete lasciato quel mondo di sentimenti esasperati per avvicinarvi alla città viva sarà come fare un viaggio nel tempo che solo una città con 3000 anni di storia può regalarvi.
Marzo 2021

 
FAUSTO CARMELO NIGRELLI

Autore di un centinaio tra saggi e volumi, è Professore ordinario di Tecnica e Pianificazione Urbanistica nell’Università di Catania, SDS di Architettura con sede a Siracusa di cui è attualmente Presidente. È Directeur d’Etudes Associées presso la Fondation Maison des Sciences de l’Homme di Parigi sui temi del Projet urbain. È direttore della Special School Emilio Sereni su Storia e gestione del paesaggio nelle aree rurali organizzata dall’Università di Catania e dall’Istituto Cervi di Reggio Emilia.