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La Neapolis

Ortigia e l’Europa
Aprile 19, 2021
L’Ara di Ierone II
Aprile 21, 2021
© Regione Siciliana Ph. Giuseppe Mineo

La Neapolis, un itinerario tra storia e natura.

 
La storia dell’attuale Area Monumentale della Neapolis inizia tra il 1952 e il 1955, quando, finalmente, vengono riuniti in un unico complesso i maggiori monumenti del quartiere omonimo della città antica.
Negli anni in cui Luigi Bernabò Brea è soprintendente a Siracusa nasce uno dei complessi archeologici e monumentali più importanti del Mediterraneo, un’area di circa 240.000 metri quadrati organicamente strutturata che comprende il teatro greco, il cosiddetto santuario di Apollo Temenite, l’ara di Ierone II, l’anfiteatro romano, le latomie del Paradiso, dell’Intagliatella e di Santa Venera, giungendo fino alla cosiddetta tomba di Archimede.
Teatro greco © Marcello Bianca
 
All’epoca della sua istituzione, l’area si trovava in una zona ai margini della città moderna e la sua nascita avvenne giusto in tempo, prima che l’espansione urbana di Siracusa esplodesse nei decenni successivi, anche se lo sviluppo della città è stato comunque fin troppo aggressivo e spesso privo di una corretta armonizzazione con le aree archeologiche esistenti.
Nonostante ciò, l’Area Monumentale della Neapolis ha saputo conservare e accrescere il fascino degli spazi naturali e dei manufatti opera dell’uomo che la caratterizzano, assumendo il ruolo di luogo simbolo della città, meta di visitatori provenienti da tutto il mondo.
Grotte Neapolis © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo
 
Chi si accosti per la prima volta alla Neapolis non si faccia fuorviare dalla parola “Monumentale”: al suo interno la grandiosità dei manufatti antichi si sposa con la bellezza dell’aspetto naturalistico dei luoghi, dove si passa dalla rigogliosa vegetazione delle latomie, con il loro microclima fresco e umido, alle balze del colle Temenite su cui si riversano i caldi raggi del sole, lasciando a nudo il bianco delle calcareniti del teatro, “bianca conchiglia ricavata per via di cavàre”.

Latomia S_Venera © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo
Anfiteatro Romano © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo

 
Luogo di detenzione e lavoro forzato per prigionieri di guerra e per motivi politici, un tempo vero e proprio inferno in terra, le latomie offrono oggi una vegetazione lussureggiante, che ha valso per una di esse, nel nome, l’accostamento con il paradiso, dove a essenze tipiche dell’area mediterranea come l’alloro, l’ulivo, le piante di agrumi portate in Sicilia dai saraceni, si affiancano presenze esotiche, come un ameno boschetto di bambù orientali o gli immensi ficus tropicali vecchi di secoli.
Qui cresce rigoglioso l’acanto che ispirò, secondo Vitruvio, all’architetto Callimaco la decorazione caratteristica dei capitelli corinzi, mentre sulle balze rocciose il cappero mette in mostra i suoi splendidi fiori e il capelvenere attecchisce copioso dove trova umidità sufficiente.

Grotta Cordari © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo
 
Canti di uccelli, profumi e giochi d’ombre hanno così preso il posto dei lamenti dei prigionieri, dell’odore della fatica dei loro corpi e dell’abbacinante luce riflessa dalle bianche pareti delle antiche cave, da cui vennero estratti i materiali utilizzati per la costruzione dei monumenti più insigni.
Ma tutto il percorso di visita è un continuo connubio tra storia e natura, come quando, giunti sulla balza che domina dall’alto l’edificio del teatro, ci si trova dinanzi allo spettacolo dell’insenatura naturale del porto grande, fonte di ricchezza per la città antica e teatro di battaglie sanguinose.
 
Tomba Archimede © Regione Siciliana Ph.Giuseppe Mineo
 
Ogni angolo ha una storia da raccontare, talvolta più antica della città stessa, come nel caso della tomba con materiali micenei messa in luce nei pressi dell’ara di Ierone II. E senza fretta, ascoltando ciò che i luoghi hanno da narrare, il visitatore potrà immaginare i prigionieri ateniesi sopravvissuti al fallito assedio della città scavare con fatica nelle latomie, Ierone e la sua famiglia assistere alle tragedie nel “suo” teatro o ai grandiosi sacrifici che avevano luogo presso l’ara che ne porta il nome, gli spettatori affollare l’anfiteatro per assistere ai ludi gladiatorii, Caravaggio di fronte all’orecchio di Dionisio a cui diede il nome o Winston Churchill dipingere nella grotta dei cordari, mentre gli artigiani intrecciavano pazientemente fibre di canapa.
Un itinerario fatto di passi che durano millenni.
Marzo 2021
L’Area monumentale della Neapolis è un sito del Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. Foto su concessione dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con divieto di duplicazione, anche parziale, con qualsiasi mezzo.
 
SALVATORE CHILARDI

Archeozoologo e paleontologo, laureato in scienze e specializzato in beni culturali. Studia il rapporto tra uomini e animali nelle società del passato come risorsa economica, alimentare, simbolo sociale e rituale. Avido lettore di storia e dei classici della letteratura greca e latina, ma anche di saggi di astrofisica e meccanica quantistica, vive perennemente in equilibrio tra il mondo dei numeri e quello delle lettere…e scrive per SiracusaCulture.