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Villa del Tellaro

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© Regione Siciliana Ph. Giuseppe Mineo

La Villa Romana del Tellaro

 
Il panorama meridionale del Val di Noto, nel siracusano, è molto diverso rispetto a quello dei comuni a nord del capoluogo. Qui il tempo sembra essersi fermato: lasciatasi alle spalle la recente opera urbanistica del nuovo svincolo autostradale che conduce a Pachino-Portopalo, infatti, ci si immerge in un ambiente rurale, fatto di canneti, zone umide che preludono alla riserva naturale di Vendicari, campi coltivati e serre. Le uniche costruzioni presenti sono le masserie, antiche e moderne, a testimonianza di quanto l’uomo abbia saputo sfruttare questa valle per la sua sussistenza.
Proprio sotto una di queste masserie sono stati trovati i resti di una villa romana di tarda età imperiale: il materiale scoperto nei saggi di scavo, tra cui alcune monete, permetterebbero di attribuire la sua costruzione alla seconda metà del IV secolo d. C..
La Villa Romana del Tellaro ©Regione Siciliana Ph. Giuseppe Mineo
 
Studiato da Giuseppe Voza tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, l’edificio sembra essere centrato intorno a un peristilio colonnato di forma quasi quadrata, ma sembra essere più sviluppato sul lato nord, almeno in base a quanto emerso dagli scavi condotti finora. Se quasi nulla è rimasto delle pareti, particolarmente interessanti sono i pavimenti, decorati con mosaici policromi: il peristilio è pavimentato con un motivo a medaglioni circondati da corone d’alloro; in un ambiente a nord del peristilio si può osservare una scena di caccia, disposta su quattro registri e delimitata da una fascia a meandri e riquadri con volatili; in altri due ambienti a nord del peristilio sono conservati importanti mosaici con scene mitologiche.
Ne parliamo con l’archeologa Rosa Lanteri, archeologa della sezione del grande Parco archeologico di Siracusa che comprende anche questa zona.
 
Perché un viaggiatore dovrebbe scegliere di visitare proprio questo sito tra tutti quelli della provincia di Siracusa? Cosa racconta?
Innanzitutto perché la villa romana del Tellaro è l’unica villa di età tardo antica (IV-V secolo) nella provincia di Siracusa, quasi completamente messa in luce e i cui splendidi mosaici policromi non sono secondi a quelli di nessuna delle ville coeve conosciute. Inoltre è facile da raggiungere lungo i maggiori percorsi turistici, è a pochi km da Noto e vicino alla riserva naturale di Vendicari.
La villa racconta di famiglie dell’aristocrazia siciliana e romana, che possedevano grandi latifondi e che vivevano in dimore lussuose e dotate di ogni comfort. In alcuni casi, il soggiorno in Sicilia poteva essere una tappa del viaggio verso gli altri possedimenti in nord Africa. Non a caso gli studiosi hanno attribuito la realizzazione dei mosaici della villa del Tellaro all’opera di maestranze africane, a dimostrazione degli stretti legami fra Sicilia e nord-Africa in quel periodo.


 
Il grande “mosaico della caccia” è uno spaccato della vita e degli “otia” a cui si dedicava questa aristocrazia terriera: le battute di caccia e il successivo banchetto, con la servitù che accorre solerte a riempire un bicchiere o a versare l’acqua per lavare le mani, mentre altri servi sono intenti a scuoiare e cucinare la selvaggina. Ma la villa ci racconta anche del livello culturale dei suoi proprietari, testimoniato dalle scelte dei temi rappresentati nei mosaici. Per esempio, nell’ala nord, la prima stanza da est, affacciata sul corridoio, rappresenta il riscatto del corpo di Ettore, con la pesatura del corpo posto sul piatto della bilancia e gli oggetti d’oro sull’altra. Questa versione dell’episodio non compare nel XXIV libro dell’Iliade ed è invece probabilmente così rappresentato nella tragedia perduta di Eschilo “I Frigi”. Quindi una committenza colta, che non ricorre alla versione più nota. Un altro elemento da notare è il fatto che i nomi dei personaggi che partecipano alla scena (Odisseo, Achille, i Troiani e Priamo, i nomi conservati) sono in greco, a testimonianza del perdurare in Sicilia della lingua greca ancora a secoli dalla conquista romana.

Satiro e menade © Ph. P. Peluso
Dettaglio del corridoio © Ph. P. Peluso
 
Qual è la sua importanza storica? Come è stato scoperta?
C’è da premettere che la masseria moderna si è sovrapposta esattamente alla villa romana. Persino la corte interna della masseria coincide in parte con il peristilio della villa. Il ripetersi della scelta insediativa, oltre che dalla possibilità di sfruttare le strutture esistenti, è stata dettata, in entrambi i casi, anche dal fatto che si trovano su una leggera sopraelevazione del terreno che permette di dominare la campagna circostante. La scoperta è avvenuta negli anni Settanta del secolo scorso perché era stato notato uno strano movimento notturno intorno a questa masseria all’epoca quasi abbandonata. Grazie all’intervento della Guardia di Finanza vennero così bloccate le attività degli scavatori clandestini. Poi sono state avviate le complesse attività di esproprio e di scavo archeologico condotto da Giuseppe Voza, allora Soprintendente ai Beni Culturali di Siracusa, il restauro dei mosaici, la musealizzazione in situ.
La visita alla Villa del Tellaro può suscitare nel visitatore almeno una parte delle emozioni che a lei ha suscitato come studiosa?
Leggendo i commenti che i turisti lasciano nel libro dei visitatori, quello che ricorre è la sorpresa per questo piccolo tesoro inaspettato. E poi, ovviamente, l’emozione per la bellezza dei mosaici e i loro effetti cromatici, la vivacità delle scene, il senso di movimento e vitalità che trasmettono le figure.
 
 
Ci sono episodi, fatti accaduti, curiosità che possono attrarre i nostri lettori?
Per mettere in luce la villa romana è stata in parte demolita la parte nord della masseria moderna. Un testimone, appassionato di archeologia, ricorda che negli anni Cinquanta del secolo scorso gli era bastato spostare con il piede la paglia per vedere i mosaici che erano lì a fare da pavimento della stalla e su cui passavano tranquillamente le mucche!
Quali altri siti collegati a questo e altrettanto attraenti, in Sicilia o in altre aree, un viaggiatore può visitare?
Sicuramente chiunque sia interessato alle ville romane non può prescindere dal visitare la villa romana per eccellenza, ossia la Villa di Piazza Armerina, ma anche quella meno nota di Patti Marina, peraltro anch’essa scoperta e messa in luce nello stesso periodo della villa del Tellaro da Giuseppe Voza.
Gennaio 2021
La Villa del Tellaro è un sito del Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. Foto su concessione dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con divieto di duplicazione, anche parziale, con qualsiasi mezzo.
 
NICOLETTA LONGO

Dopo gli studi e una breve ma intensa esperienza nel campo dell’Archeologia, la sua carriera professionale si è orientata all’insegnamento. Oltre alla passione per la musica e per il fumetto, in lei l’amore per l’archeologia, l’arte e il territorio non è mai tramontato e, attualmente, dedica il suo tempo libero all’associazionismo culturale e scrivendo per SiracusaCulture.