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Il Mouseion di Siracusa

Siracusa 2030 – Rivoluzione/ Rigenerazione
Aprile 11, 2021
Daniele Aliffi
Aprile 15, 2021
© Regione Siciliana PH. Giuseppe Mineo

Il Mouseion di Siracusa

 
La vista dalla terrazza superiore del Teatro Greco è uno dei momenti più affascinanti della visita di Siracusa, passato il quale, volgendo lo sguardo, in quella terrazza si nota subito un’ampia grotta al cui interno stupisce lo zampillare di una limpida cascata di acqua di fonte!
È la “Grotta del Ninfeo”, identificata dagli studiosi come “Mouseion”, cioè il santuario dedicato al culto delle Muse. Nella parte esterna, ai lati, vi sono quattro nicchie ad arco di diverse dimensioni, che dovevano essere ricoperte di intonaco, è molto probabile che originariamente ospitassero alcune statue. Le due più grandi furono successivamente trasformate in sepolcri. Nella zona meglio conservata della parete esterna superiore della grotta si vedono i resti di un fregio dorico che abbelliva la fascia esterna prima della costruzione del portico del teatro.
Al centro della parete di fondo della grotta, in un’altra nicchia, sbocca un ramo dell’acquedotto, detto “del ninfeo”, che attraversa tutto il quartiere Epipole, a nord della città, e si riversa in una vasca rettangolare rivestita di cocciopesto per poi continuare il suo percorso in un canale intagliato e finire nel sistema idraulico del teatro.
 
Le Muse. Chi erano queste 9 sorelle?
Esiodo le indica come figlie di Zeus e di Mnemosyne, la madre delle muse veniva inclusa tra i Titani ed era considerata la divinità della memoria. Per derivazione dalla loro madre le Muse erano ritenute le protettrici del ricordo, infatti era con il canto ripetuto delle gesta degli dei e degli eroi greci che esse contribuivano a conservare negli uomini la memoria del passato. Inizialmente le Muse non erano considerate soggettivamente ma come una unità, cioè un coro.
Nel perduto Inno a Zeus di Pindaro era narrata la nascita delle Muse: Zeus, dopo aver definito l’ordine del cosmo, chiese agli dei se ritenessero che avesse tralasciato qualcosa ed essi risposero che mancava soltanto una voce capace di lodare la sua grande creazione con parole e musica, quindi Zeus giacque con Mnemosyne per nove notti e nacquero le Muse.
Dettaglio di Parnaso,1510-1511, Raffaello
Dettaglio di Parnaso, 1761, A.R. Mengs
 
In epoca ellenistica (323 a.C.-31 a.C.) a ciascuna dea venne attribuita la tutela di un’arte particolare:
Clio, “colei che rende celebri”, Musa della divinazione e della storia;
Euterpe, “colei che rallegra”, patrona dei canti accompagnati dal flauto e della lirica monodica;
Talia, cioè “la festiva”, rappresenta un clima gioioso, dunque ispiratrice della commedia e del dramma satirico.
Melpomene, “colei che canta”, protettrice della musica, in particolare del bàrbiton o della lira. Era anche associata alla tragedia e ai canti funebri.
Tersicore, il cui nome deriva da τερπέω ("mi piace") e χoρός ("danza") che si allieta con la danza.
Erato, “colei che provoca desiderio”, patrona della lirica corale.
Polimnia, “dai molti inni”, legata alla narrativa.
Urania, da “Ouranos” ossia il cielo, ha il patrocinio dell'astrologia e della filosofia (Non deve stupire la presenza dell’astronomia tra le arti in quanto anche gli studi astronomici venivano recitati in versi.)
Calliope, “dalla bella voce”, legata all’attività poetica nelle sue forme più illustri e al canto eroico.
Le attribuzioni non sono sempre rigorosamente rispettate ma è possibile trovare notevoli variazioni o contraddizioni.
© Regione Siciliana PH. Giuseppe Mineo
 
Le Muse furono anche considerate consigliere di sapiente e giusto governo e venivano immaginate come seguito di divinità più importanti. Nelle testimonianze più antiche si pone l’accento sullo stretto legame delle nove sorelle con Zeus, con l’Olimpo e con Apollo; infatti nell’Iliade esse hanno dimora proprio sul monte Olimpo e, condotte da Apollo, danzano e cantano alle feste degli dei e degli eroi. Il dio, proprio dal suo stretto legame con le Muse, assume l’appellativo di Musagete.
Secondo Esiodo, proprio dalle Muse e da Apollo discendono tutti i cantori e tutti i suonatori di cetra.
Si credeva che le Muse vivessero sui monti e presso le chiare acque di sorgente, bevendo da queste si potesse trovare l’ispirazione, le loro principali dimore in Grecia erano poste su due importanti massicci montuosi, cioè l’Elicona e l’Olimpo.
Le Muse erano considerate le divinità protettrici degli attori e i loro luoghi sacri si trovavano con frequenza vicino ai teatri.
Ph. credits - Daria Di Giovanni
 
Come facciamo a dire che la nostra Grotta del Ninfeo è stata il luogo di culto dedicato alle Muse? Abbiamo diversi indizi che il tempo ci ha voluto conservare!
Sappiamo che un luogo di culto dedicato alle Muse esisteva a Siracusa almeno dall'età di Dionisio I (405-367 a. C), testimonianze letterarie raccontano che il tiranno siracusano donò la tavoletta e la cetra di Euripide al Mouseion di Siracusa pagandoli un talento. Nell'area antistante la Grotta del Ninfeo furono ritrovate tre statue femminili panneggiate in marmo, oggi conservata nel Museo Archeologico Regionale “Paolo Orsi”. Si è ipotizzato che tali statue possano essere rappresentazioni di Muse.
Nel corso di indagini archeologiche svolte intorno alla seconda metà dell’Ottocento sono state trovate due iscrizioni frammentarie in marmo di epoca ellenistica. I frammenti delle iscrizioni ci permettono di comprendere che delle onorificenze furono concesse a dei benefattori da parte del collegio degli attori o artisti dionisiaci.
I collegi degli attori dionisiaci si svilupparono intorno al IV sec. a.C. ma ebbero una diffusione più capillare solo nel III sec. a.C.; essi non erano riservati a un solo teatro ma, più che compagnie stabili, si trattava di centri di preparazione e organizzazione teatrale e servivano di solito una larga cerchia di teatri. Siracusa era dunque un centro di addestramento e di fornitura di artisti.
Questo collegio di artisti teatrali doveva avere un luogo sacro dove si compivano i riti e dove erano esposti gli anathèmata, cioè le offerte alle divinità, e gli atti pubblici della corporazione. Quindi è probabile che il Mouseion di Siracusa sia stato una sorta di piccolo sacrario.
Gennaio 2021
La Grotta del ninfeo è un sito del Parco archeologico e paesaggistico di Siracusa, Eloro, Villa del Tellaro e Akrai. Foto su concessione dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana con divieto di duplicazione, anche parziale, con qualsiasi mezzo.
 
VALENTINA CORSALE

Ha studiato e lavorato in Sicilia e in Lombardia. Specializzata in Archeologia Classica, con una spiccata passione per l’Egittologia e un forte interesse per la Mitologia che ama trasmettere attraverso il suo impegno nei servizi educativi. Divide il suo tempo libero tra la natura e i libri e adesso scrivendo per SiracusaCulture.