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La Cattedrale di Siracusa

Tavola e Teatro
Aprile 6, 2021
C.I.A.O.
Aprile 7, 2021
Ph. © SK

La Cattedrale di Siracusa

 
La storia di quella che oggi è la cattedrale di Siracusa ha inizio nel primo ventennio del V secolo avanti Cristo.
Siamo negli anni in cui Gelone, dei Dinomenidi di Gela, si impadronirà di Siracusa diventandone tiranno e, vittorioso sui Cartaginesi a Himera nel 480 a. C., fece elevare la grandiosa costruzione del maggiore tempio di Ortigia, dedicato ad Atena. Costruito con le spoglie di guerra in memoria della vittoria, esso era simbolicamente rivolto a oriente, in direzione del sole nascente.
Atena, dea della sapienza, svettava rappresentata dal suo fulgente scudo d’oro sul fastigio del tempio a lei dedicato nell’acropoli di Ortigia e, narra Ateneo, che i naviganti, uscendo dal porto, allontanandosi volgevano un ultimo sguardo al suo bagliore, e quando questo si spegneva libavano e offrivano al mare offerte di miele e aromi per la dea invocandone la protezione per il viaggio.
 
Splendido esempio dei canoni dello stile dorico, il tempio era periptero – cioè circondato da un colonnato – esastilo, con sei colonne sui lati corti e quattordici sui i lati lunghi. Davanti alla cella si trovava il pronao, rivolto ad oriente e l’opistodomo a occidente.
La costruzione, al chiaro calcare delle cave locali prossime al tempio, univa l’impiego del prezioso e pregiato marmo di Paro, proveniente dalle isole Cicladi utilizzato solo per alcune parti, come la sima, le tegole e gli splendidi 172 gocciolatoi a testa leonina che scandivano i due lati lunghi dell’edificio.
Alla vista, l’antico tempio dorico, oggi incastonato e inglobato nella Cattedrale cristiana, appare del caldo colore dorato della pietra con cui fu costruito, ma sappiamo che in antico rifulgeva di vividi splendenti colori, cancellati dal tempo e dal gusto del bianco o del colore naturale, impostosi in età neoclassica.
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Sappiamo, dagli scritti di Cicerone, che una serie di pitture illustranti una battaglia della cavalleria di Agatocle decoravano le pareti interne del tempio, nel quale erano pure conservate 27 prestigiose ed evocative immagini di re e tiranni della Sicilia. Tutto fu depredato da Verre che asportò anche i preziosi lavori in avorio e oro che decoravano la porta del tempio e che testimoniano direttamente la ricchezza di cui era dotato questo famoso edificio sacro.
Nel corso del VI secolo d.C., in dipendenza della politica giustinianea finalizzata alla decisiva affermazione del Cristianesimo, e in analogia a trasformazioni simili operate nel Partenone di Atene e nel tempio della Concordia di Agrigento, anche l’Athenaion di Siracusa, fu trasformato in chiesa cristiana, chiudendo gli intercolumni del peristilio e ricavando otto arcate nella parete della cella, ottenendo così un impianto basilicale a tre navate, con ingresso da ovest, e cioè ribaltato rispetto alla fronte principale del tempio greco che era ad est.
 
È da supporre che fu operata anche la demolizione delle strutture murarie che dividevano la cella dal pronao e dall’opistodomo.
Si discute se all’estremità orientale dell’edificio templare fossero realizzate tre absidi con lo spazio presbiteriale allocato nell’area dell’antico pronao o se esso trovasse sistemazione addirittura nella parte anteriore della cella.
Dalla “Vita” di Zosimo (vescovo siracusano nella seconda metà del VII secolo d.C.) sappiamo che restaurò il tempio dedicato alla Madre di Dio, trasferendovi infine, come tradizionalmente si ritiene, la sede della Cattedrale sancendo, ancora una volta, il ruolo centrale del topos della piazza del Duomo di Siracusa.
Marzo 2021
 
CETTINA VOZA

Saggista e scrittrice, tra le sue pubblicazioni Archimede. Siracusa e il suo genio. Ha studiato Lettere classiche con indirizzo archeologico. Ha lavorato a numerosi progetti di valorizzazione dei beni culturali in Sicilia, ai testi e all’ambientazione di audiovisivi riguardanti la storia e l’archeologia aretusee.