Piazza Duomo, Ortigia

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Piazza Duomo

Il cuore antico di Ortigia

 
Piazza Duomo è posta al centro di Ortigia, nel punto più elevato dell’isola. Ciò la rende un luogo speciale, strategico per le popolazioni che nell’età del Bronzo vi eressero un abitato capannicolo, in grado di controllare l’area del Porto Grande, altamente simbolico per i coloni greci che la scelsero per ospitarvi l’oikos, la costruzione che sanciva la fondazione della nuova città.
Le tracce delle fondamenta di questo piccolo edificio, realizzato in pietrame grezzo e fango, a lungo cercato dal grande archeologo Paolo Orsi, sono emerse nel corso degli scavi collegati alla ripavimentazione della piazza voluti con ostinazione, alla fine degli anni Novanta del secolo scorso, da un altro grande archeologo, il Soprintendente dell’epoca Giuseppe Voza, che volle esplorare la parte centrale della piazza, dove Orsi non aveva scavato, impiantando un grande cantiere all’aperto davanti alla cattedrale. Cantiere molto apprezzato dai cittadini ai quali, per la prima volta, fu consentito di osservare i lavori e di ammirare ogni giorno i reperti venuti alla luce sentendoli propri.
Alcuni ambienti cittadini non gradirono particolarmente, la Curia lo accusò apertamente di intralciare la festa di Santa Lucia e qualcuno, ironicamente, sostenne che quel cantiere era una mannara, in siciliano recinto del bestiame. Ma nell'area di quella mannara fu trovato l’oikos, unica testimonianza tra le colonie greche di Sicilia dell’atto di nascita – politico e religioso – di una città, la cui posizione oggi è segnata da linee nere poste proprio di fronte alla cattedrale, sul basolato bianco della piazza.
La ricerca archeologica in Piazza Duomo dal 1910 ad oggi
Planimetria generale del santuario centrale di Ortigia
 
Intorno ad esso, già nel VII secolo avanti Cristo, venne costruito un piccolo tempio e tutta l’area assunse sempre più il ruolo di luogo di sintesi tra sacro e governo civile che ancora oggi, dopo oltre due millenni, continua ad esercitare.
Solo più tardi, alla fine del VI secolo avanti Cristo, si iniziò la costruzione del grande tempio ionico che oggi giace sotto il palazzo municipale progettato nel XVII secolo da Andrea Vermexio mentre, nel 480 avanti Cristo, venne edificato il tempio in stile dorico dedicato ad Atena, poi trasformato in chiesa cristiana e oggi cattedrale dalla facciata tardo barocca.
 
La Cattedrale - Tempio di Athena

 
E ciò che colpisce è questa continuità del ruolo straordinario che si è perpetuata in un medesimo luogo, stratificandosi in maniera coerente, senza mai spezzare il filo che ne lega l’aspetto attuale con le sue radici lontane nel tempo. Piazza Duomo è il ganglio principale dell’organizzazione urbanistica, lambita già dall’arteria principale che in età greca attraversava da Nord a Sud tutta Ortigia dettandone l’ordinata scansione degli isolati abitativi e che si prolungava idealmente sulla terraferma.
Forma inconsueta quella di piazza Duomo, con un lato curvo che la pone al di fuori delle schematiche definizioni geometriche, i suoi spazi si sono strutturati seguendo la morfologia dei luoghi, raggiungendo carattere armonico per addizioni successive.

Piazza Duomo, cuore pulsante della vita della città
La piazza vuota durante il primo lockdown, marzo 2020
 
La quinta di edifici posti a Mezzogiorno, infatti, curva perché segue l’andamento della terrazza rocciosa, chiude oggi una linea che si è affacciata per secoli direttamente sul mare, completandone definitivamente la trasformazione con gli edifici sorti in occasione rinascita tardo Barocca della città, dopo la dolorosa prova del sisma del 1693, e con le più tarde architetture del XIX secolo.
Ciò che si determina, al termine di questo lungo processo, è l’attuale piazza, al centro della quale l’occhio dell’osservatore è invitato a scorrere, una per una, le linee che la segnano su tutti i lati, a scoprirne la scansione ordinata e le curve fantastiche, ad apprezzarne l’insieme e i particolari. Non è solo uno spazio delimitato da una teoria di volumi, piazza Duomo è una sorta di invaso che Vittorini definì, giustamente, “pozzo di luce”, rivestito – più che circondato – dalle architetture che ne raccontano, nella loro diversità ed evoluzione, la storia.
Gennaio 2021
 
SALVATORE CHILARDI

Archeozoologo e paleontologo, laureato in scienze e specializzato in beni culturali. Studia il rapporto tra uomini e animali nelle società del passato come risorsa economica, alimentare, simbolo sociale e rituale. Avido lettore di storia e dei classici della letteratura greca e latina, ma anche di saggi di astrofisica e meccanica quantistica, vive perennemente in equilibrio tra il mondo dei numeri e quello delle lettere…e scrive per SiracusaCulture.