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CannoloTerapia

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All photos © Franco Neri

La CannoloTerapia, uno stato d’animo di piacere.

 
Siracusa, come tutte le città, è abbastanza tappezzata di quei grandi cartelloni che un tempo erano il top delle campagne pubblicitarie. A volte, raramente, se ne vede uno che spicca per la grafica un po’ demodè, per la foto di un signore sorridente con capelli bianchi e occhialetti multicolore, e per una strana parola: CannoloTerapia.
Lui è Franco Neri, il frontman di una specie di famiglia allargata che porta il nome del capostipite, Alfio, e ruota intorno alla sua pasticceria a due passi dal Museo archeologico e dal Santuario della Madonna delle lacrime, dove giornalisti e artisti amici animano incontri, dibattiti e pomeriggi culturali.
La CannoloTerapia è la sua bandiera e lo ha fatto conoscere in Italia e all’estero. Franco è un personaggio vulcanico e flemmatico allo stesso tempo, è ironico ma quando parla di CannoloTerapia diventa subito serio. “La CannoloTerapia è uno stato d’animo, un’idea di benessere - racconta con tono professorale – chi viene da noi non entra in un bar, viene a casa nostra, noi lo accogliamo per farlo stare bene e ce ne prendiamo cura ma non deve avere fretta, altrimenti si perde il piacere di stare insieme”.
 
La CannoloTerapia è una idea di marketing tradotta in un rito celebrato con il dolce simbolo della Sicilia, il cannolo, e con il Moscato di Siracusa, probabilmente uno dei più antichi vini greci trapiantati in Sicilia. Sua santità il cannolo, ovviamente, è il cuore del rito: con l’ottima ricotta in percentuali che variano a seconda delle stagioni tra quella di pecora e quella vaccina e l’impasto moderatamente zuccherato Massimo, il pasticcere della famiglia, ottiene una crema veramente deliziosa con la quale riempie una scorza croccante preparata con il Moscato di Siracusa che accompagna anche la degustazione. Il rito ha regole stabilite dalla casa che è difficile aggirare, la prima delle quali è che il cannolo va sempre preparato al momento, anche quando c’è la fila dei clienti, perché il rumore del morso deve aprire le papille gustative; la seconda che non si può concludere con il caffè che spegnerebbe in bocca il gusto sacro del cannolo. D’altra parte, tutte le terapie hanno delle regole!
 
Intorno alla CannoloTerapia c’è una idea di accoglienza che vede la pasticceria come un luogo di conversazione, dove raccontare in un minuto o in un’ora che il dolce significa festa, autoriconoscenza, gratificazione, piacere di donare cose belle e piacevoli. E per questo motivo hanno iniziato a studiare un prodotto che potesse anche viaggiare e fare da testimonial del territorio siracusano, ci hanno impiegato tre anni a trovare il giusto equilibrio ma alla fine hanno iniziato a produrre “una morbida ed elegante rosa del deserto del colore dell’ambra che custodisce una mandorla preziosa tra i suoi riccioli eleganti” (citazione dalla rivista “L’assaggio”), la Perla di Mandorla al Moscato di Siracusa doc, un pasticcino con la mandorla di Avola, il Moscato di Siracusa, il miele dei Monti Iblei, il Limone di Siracusa IGP.
E per celebrare anche il simbolo salato del gusto siciliano, l’arancino(a), la CannoloTerapia ha anche una sorta di versione gold: prima arancino(a) e Nero d’Avola e a seguire cannolo e Moscato di Siracusa. Con i tempi giusti, è un doppio godimento.
Febbraio 2021
 
ANTONIO GERBINO

Una vita passata a raccontare storie con le parole, la penna, la macchina per scrivere, il computer, l’obiettivo. L’ultima in ordine di tempo, nel libro Il patrimonio degli equivoci. Allarme beni culturali in Sicilia. Non ho resistito all’idea di guidare SiracusaCulture, di cui sono Direttore responsabile.