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Il Museo del Papiro

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Ph. © museo del papiro

Il Museo del Papiro Corrado Basile, un’eccellenza internazionale

 
A Siracusa, lungo le sponde del fiume Ciane, vive oggi la colonia di piante di papiro più estesa d’Europa.
A Siracusa, nel cuore dell’isola di Ortigia, c’è un luogo magico del mito e della storia affacciato sul Porto grande, la Fonte Aretusa, dove il papiro cresce rigoglioso e incanta i viaggiatori.
A Siracusa c’è un Museo unico nel suo genere, interamente dedicato al ‘papiro’ e tra i più importanti al mondo, che ne rappresenta la testimonianza storica e ne illustra l’importanza culturale nella storia dell’umanità. Un Museo vivo, in continua evoluzione, nel quale il visitatore può assistere alla lavorazione della carta di papiro e partecipare ai laboratori didattici che avvicinano alle tradizioni legate al territorio e alle culture del passato.
Corrado Basile e Anna Di Natale nel “Laboratorio di restauro dei papiri”, Museo Egizio del Cairo (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).
Corrado Basile e alcune allieve nel “Laboratorio di restauro dei papiri”, Museo Egizio del Cairo (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).

"un giovane dagli occhi fiammeggianti…che mi chiese cosa si sapesse delle pagine del papiro nell’Egitto antico…fui lieto di dare a Corrado Basile ‘patenti’ onde accedere ad altri Istituti egittologici per la sua ricerca"

Conserva una straordinaria collezione di papiri prodotti a Siracusa dal XVIII secolo e la più ampia collezione di papiri antichi (dal XV secolo a.C. all’VIII d.C.) dell’Italia meridionale e l’unica in Sicilia, nonché bellissimi manufatti d’uso e barche di papiro provenienti dall’Etiopia e dal lago Ciad (esemplari unici al di fuori dei loro Paesi di provenienza), un erbario comprendente esemplari raccolti in Africa, in Israele e in Sicilia.
Svolge un’incessante ricerca scientifica e trasmette conoscenza alle future generazioni con una intensa attività didattica ed educativa. Porta il nome di colui che l’ha voluto, Corrado Basile, ne ha fatto una ragione di vita e lo dirige insieme a Anna Di Natale.
La pianta del papiro veniva utilizzata dagli Egizi, dai Greci, dai Romani e dagli Arabi per gli usi più svariati: per estrarre fibre tessili e intrecciare corde, come cibo per i poveri e come medicamento, persino per costruire imbarcazioni.
Fiume Ciane, anni Settanta (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).
Museo del Papiro, stanza della lavorazione della carta (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).

 
Grandissima è la fama del papiro per la preparazione di carta da scrivere di qualità tale da essersi conservata per millenni, consentendo di tramandare alle generazioni future scienza e letteratura delle antiche civiltà. Gli Egizi non hanno lasciato testimonianze sulle loro tecniche, le loro fabbriche cessarono l’attività nell’XI secolo e i segreti della lavorazione della carta, non più tramandati, si perdettero.
Siracusa ha avuto e ha un ruolo importante nella fabbricazione della carta di papiro. Alcuni scrittori ritengono che si producesse già nel 250 a.C., di scadente qualità proprio per la non conoscenza delle tecniche egizie. Si ricominciò a fabbricare intorno alla metà del Settecento quando fu identificata come Cyperus papyrus L., una delle più conosciute nell’antico Egitto, la pianta che cresceva lungo il Ciane.
Inaugurazione del Museo del Papiro, 1989 (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).

 
Il Museo del Papiro apre nel 1989 ma la sua storia ha inizio nel 1962 quando Corrado Basile, un ragazzo figlio di una famiglia di decoratori, si appassiona all’arte egizia e inizia a sperimentare la fattura della carta di papiro da autodidatta, quasi per scommessa. Non è soddisfatto dei risultati, ma la passione lo spinge a studiare e, pur senza grandi mezzi economici, a viaggiare in Italia e all’estero anche solo per cercare un libro. Nel 1964 arriva al Museo Egizio di Torino, il tempio dell’Egittologia, alla ricerca di pubblicazioni e campioni di papiri antichi da analizzare e lì fa uno degli incontri più importanti della sua vita, quello con Silvio Curto, che lo ricordò in seguito come un “giovane dagli occhi fiammeggianti…che mi chiese cosa si sapesse delle pagine del papiro nell’Egitto antico…fui lieto di dare a Corrado Basile ‘patenti’ - come si sarebbe detto nell’Ottocento – onde accedere ad altri Istituti egittologici per la sua ricerca”, ricerca che non si è mai più fermata e lo ha portato a intrattenere rapporti con altri musei egizi, Berlino, Londra, Parigi, a viaggiare in varie città d’Europa, in Egitto, lungo tutto il Nilo, persino in Ciad, luogo molto pericoloso da cui erano fuggite anche le missioni religiose, per andare a prendere l’ultima barca esistente costruita con i papiri, oggi conservata nel Museo che porta il suo nome e nei cui uffici, alle pareti, è esposta la straordinaria galleria fotografica di questa storia affascinante.

Corrado Basile nel Lago Ciad, anni Ottanta (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).
Corrado Basile e Silvio Curto, Soprintendente del Museo Egizio di Torino, 1991 (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).

 
Il Museo si inaugura, con tutte le autorità di rito e studiosi arrivati da mezza Europa, il 30 settembre del 1989 con una collezione già piuttosto consistente di papiri antichi e manufatti distribuiti in più sedi che ben presto si rivelano inadeguate al punto che anche la comunità scientifica internazionale si mobilita per chiedere una nuova sede per la quale si aspetterà molti anni ancora.
Con il progetto europeo Urban, nel 1994 viene individuato e restaurato l’ex Convento di Sant’Agostino a Ortigia dove il Museo si trasferisce finalmente nel 2013 dopo anni di interminabili lungaggini burocratiche, ma senza avere mai interrotto o rallentato le sue attività.
È un modello di istituzione culturale privata, il Museo del Papiro, che svolge con passione le sue attività al servizio della comunità, è un punto di riferimento nel mondo per le sue ricerche scientifiche, è sede del prestigioso Istituto Italiano per le Civiltà Egizie e da oltre vent’anni di convegni internazionali ai quali gli studiosi partecipano anche quando devono pagarsi le spese di tasca propria. Anna e Corrado affrontano con saggezza anche gli atteggiamenti non sempre benevoli delle amministrazioni pubbliche, ma c’è una cosa sulla quale, giustamente, non scendono dalle barricate: per uno di quei casi balordi che nascono da piccoli interessi momentanei poco confessabili della politica e finiscono nel dimenticatoio dei labirinti burocratici, una parte degli spazi di Sant’Agostino, tutti ufficialmente destinati e collaudati per il Museo, è stata sottratta dalla Regione e destinata ad altre funzioni peraltro mai attivate. Dovrebbero essere i laboratori di restauro e delle attività educative e invece sono chiusi e abbandonati all’incuria da sempre senza un motivo decente.
Gennaio 2021

Corrado Basile e Anna Di Natale durante la consegna di un riconoscimento per le loro attività di restauro in Egitto, Museo Egizio del Cairo, 2017 (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).
Museo del Papiro, stanza dei papiri (Archivio del Museo del Papiro “C. Basile”).
 
ANTONIO GERBINO

Una vita passata a raccontare storie con le parole, la penna, la macchina per scrivere, il computer, l’obiettivo. L’ultima in ordine di tempo, nel libro Il patrimonio degli equivoci. Allarme beni culturali in Sicilia. Non ho resistito all’idea di guidare SiracusaCulture, di cui sono Direttore responsabile.