La terza visita di Platone a Siracusa fu motivata dalla sua preoccupazione per la vita di Dione. Dionisio II mandò dei messaggeri ad Atene per richiedere il ritorno di Platone a Siracusa. Dissero che Dionisio II aveva fatto grandi progressi nei suoi studi filosofici, mentre Dionisio II in persona scrisse a Platone, promettendogli che “non avrebbe mostrato alcuna pietà verso Dione, a meno che Platone non tornasse in Sicilia; se si fosse convinto, avrebbe mostrato ogni pietà”. Quindi, Platone tornò a Siracusa nel 362, “cosicchè potesse misurare la strada ancora una volta verso mortale Cariddi”. Sfortunatamente, come le altre volte, la terza visita di Platone a Siracusa fu travolta rapidamente dagli imbrogli di corte e fallì. Alla fine tornò ad Atene e raccontò dei suoi viaggi a Dione mentre partecipavano alle Olimpiadi del 360. Il messaggio era chiaro: Dionisio II era incorreggibile e pericoloso.
Dione cominciò ad organizzare subito un’invasione di Siracusa, per vendicarsi di Dionisio II, che gli aveva sottratto il denaro e le sue terre, e aveva costretto sua moglie a sposare un altro uomo mentre Dione era in esilio. Si sentiva in dovere di contrattaccare. Nel 357, con l’aiuto di Speusippo e altri membri dell’Accademia di Platone - un gruppo di cui Platone non fece parte, data la sua età ed il suo atteggiamento fermamente contrario alla vendetta - Dione approdò a Siracusa e riuscì a conquistare la città mentre Dionisio II guidava una sua campagna militare in Italia. Il controllo che Dione esercitò sul potere siracusano, però, non durò a lungo. Si trovò rapidamente al centro di un conflitto con un leader populista di nome Eraclide, che approfittò del sospetto che i siracusani nutrivano per Dione. Nel corso dei due anni successivi, Dione fu esiliato per la seconda volta, poi richiamato a Siracusa quando Dionisio II e i suoi soldati tentarono di riconquistare il potere nel 355, con grande orrore per la maggior parte dei Siracusani.
Dopo uno scontro particolarmente distruttivo in città, Dione riuscì a sconfiggere Dionisio II per la seconda volta, riuscendo così a conquistare il benvolere dei Siracusani come mai prima. Tuttavia, di fronte alla continua faziosità di Siracusa e l’arroganza del governo di Dione, i sostenitori di Dione lo abbandonarono velocemente, e venne assassinato da Callipo, un membro dell’Accademia di Platone. Siracusa “continuava a sostituire un tiranno con un altro”. I pochi sostenitori di Dione rimasti fuggirono a Lentini, e chiesero a Platone suggerimenti politici.
La Settima Lettera scritta nel 353 a.C. è la risposta di Platone.
From: Plato at Syracuse: Essays on Plato in Western Greece with a new translation of the Seventh Letter
by Jonah Radding, edited by Heather Reid and Mark Ralkowski (Sioux City: Parnassos Press, 2019).